Il serbo Novak Djokovic ha conquistato l’edizione di quest’anno del torneo maschile di Wimbledon, battendo il sudafricano Kevin Anderson col punteggio di 6-2, 6-2, 7-6.

Per Djokovic si tratta del 13 trofeo del Grande Slam vinto in a carriera, a distanza di ben 2 anni dal dal Roland Garros del 2016, aggiudicatosi contro il britannico Andy Murray.

Anderson paga lo scotto di una semifinale interminabile

A sfavore del sudafricano ha giocato la lunga, interminabile semifinale disputatasi contro lo statunitense John Isner, durata oltre 6 ore e conclusasi col punteggio di 7-6, 6-7, 6-7, 6-4, 26-24.

Uno scontro che è entrato nella storia del tennis mondiale, diventando il match più lungo di sempre, e che a quanto pare ha messo in seria difficoltà Anderson nella sfida finale contro Djokovic, il quale ha dominato tutti i set tranne il terzo, dove il serbo ha invece dovuto inseguire l’avversario e annullare tutte le palle break a sua disposizione.

I numeri di Djokovic

Djokovic fino a poco prima della finale occupava la ventunesima casella del ranking mondiale ATP, ma con il trionfo di Wimbledon è riuscito a risalire al decimo posto, con un punteggio pari a 3355, vista anche la clamorosa eliminazione in semifinale di Rafa Nadal, avversario del serbo e numero 1 del tennis mondiale.

Per quanto riguarda invece l’albo d’oro, Djokovic ha conquistato il tredicesimo Major, arrivando a un solo trofeo di distanza da una delle leggende del tennis mondiale, vale a dire Pete Sampras.

Per quanto riguarda poi i successi sull’erba di Wimbledon, quello di domenica scorsa è il quarto in carriera per Novak, che segue quelli del 2011, del 2014 e del 2015.

Un trionfo a sorpresa, soprattutto per i bookmakers

Una vittoria che suona come una rinascita per Djokovic, che dopo un calvario fatto di infortuni, interventi di chirurgia e avvicendamenti di allenatori ha saputo dare nuovo slancio alla sua carriera professionale.

Oltre che per tutti coloro che lo davano come praticamente finito a livello atletico, la vittoria del serbo sull’erba londinese è stata una sorpresa anche per i bookmakers, i quali gli avevano assegnato come miglior quota quella di 5,50.

Una valutazione che se paragonata a Federer, dato a 1,73 prima del torneo, sembrava un po’ un azzardo, ma che a quanto pare ha saputo ripagare con moneta sonante tutti gli appassionati di tennis che hanno creduto nel talento di Novak.

Le quote per il vincente del torneo di Wimbledon maschile vedevano invece molto attardato lo spagnolo Rafa Nadal, re della terra rossa, che veniva piazzato al meglio a 6,50, visti anche gli scarsi piazzamenti rimediati dal 2011 ad oggi a questa prestigiosa manifestazione.

Una sconfitta, quella rimediata proprio da Djokovic in semifinale, che suona per il maiorchino come un campanello d’allarme per il suo primato nella classifica mondiale, visto che la distanza dal rivale di sempre Federer si sta riducendo sempre di più.

Wimbledon femminile: la Kreber batte Serena Williams in una finale che sa di rivincita

La tedesca Angelique Kerber, attualmente la numero 4 del ranking WTA, è invece la vincitrice del torneo femminile di Wimbledon, che ha battuto la 36enne Serena Williams con un doppio 6-3.

La Kreber ha così centrato così il terzo Major della propria carriera, dopo il doppio trionfo a Melbourne e agli US Open del 2016, e 22 anni dopo ha riportato questo prestigioso trofeo in terra di Germania: infatti l’ultima tennista teutonica a conquistare un’edizione di Wimbledon fu Steffi Graf, nel 1996.

La finale andata in scena tra Williams e Kreber è stata per quest’ultima una rivincita di quella finale persa due anni fa proprio contro l’americana, la quale ha battuto ai quarti la rivelazione italiana Camila Giorgi e che ha non è riuscita a conquistare il ventiquattresimo slam della sua prestigiosa carriera professionale.

Una sconfitta pesante per la Williams, che scivola al numero 181 della classifica internazionale e che forse paga il lungo stop post-maternità.

Unico record che è riuscita a ottenere è quello di essere stata la terza tennista più anziana di sempre ad aver disputato una finale di Wimbledon, dopo la Navratilova nel 1994 e sua sorella Venus nel 1997.

La Kreber si prende una rivincita anche contro se stessa

Data inizialmente a 2,30 dai bookmakers, Serena Williams non ha quindi rispettato il favore che le era stato tributato dai pronostici, arrendendosi a una Kreber che dal canto suo ha saputo riscattare una profonda crisi personale, che nel 2017 ne ha condizionato il rendimento in campo.

“Senza il 2017 non avrei potuto vincere questo torneo”, ha dichiarato a fine partita la 30enne tedesca, affermando anche che le sarà impossibile ripetere un anno di grazia come quello che è stato il 2016, ma che comunque cercherà sempre di migliorare sia dal punto di vista del gioco che da quello umano, lavorando in particolare sulla programmazione di ogni giorno.